Manovre in porto

Manovre in porto – Come prepararsi e come gestire l’ormeggio con la collaborazione e l’assegnazione dei ruoli

L’atteggiamento del diportista al momento dell’arrivo, nonché la sua discrezione, sono condizioni necessarie a una buona integrazione nella vita di un porto.

In ogni “marina” bisogna sempre e comunque rispettare regole di vita e di cortesia che non sempre è facile indovinare partendo dal nulla.

Un ingresso in porto va preparato con grande anticipo perchè in fase di avvicinamento, gli eventi possono precipitare e tutto ciò che non sarà stato previsto potrà diventare fonte di brutte sorprese.

Consultare il portolano

Si prepara una buona parte delle operazioni consultando il portolano e le guide nautiche di bordo (dove si possono trovare le piante di numerosi porti e fotografie molto utili) e la preparazione deve rispondere alle seguenti domande:
1) qual è la pianta del porto?
2) qual è la profondità in relazione al pescaggio della nostra barca?
3) c’è una velocità limite, segnali di ingresso?
4) qual è il canale VHF della capitaneria o della Direzione del porto?

Chiamando sul canale dell’ufficio del porto si potrà sapere qual è il posto che ci è stato assegnato. Infine un’occhiata alla normativa vi ricorderà che nei canali si deve tenere la destra tranne alcune rarissime eccezioni.

Osservare i luoghi

Soprattutto se ci troviamo in un porto nuovo i documenti nautici non bastano: bisogna dedicarsi anche all’osservazione minuziosa del luogo per rendersi conto della densità degli alberi, tipi di barche, forza e direzione del vento, della corrente .

L’osservazione permette di controllare il traffico e aiuta ad individuare i segnali, che bisogna rispettare soprattutto nei porti misti (commercio e diporto).

Entrare in porto

Gli inglesi sono soliti entrare in porto con barca perfettamente in ordine, vestiti in modo impeccabile e manovrando in silenzio. Gli italiani sono talvolta più “allegri” quanto a buona creanza… Ad ogni modo, per gli uni e per gli altri la prassi di manovra è la seguente:

– per sicurezza si accende il motore, si fanno le procedure di chiusura delle vele che cambiano in base alle condizioni del vento, soprattutto per il fiocco. Una volta chiuso il fiocco ci si mette con la prua al vento per avvolgere o ammainare la randa (le vele devono poter essere issate rapidamente in caso di avaria meccanica). Infine, dopo aver controllato che nessuna scotta è finita in acqua,  ci si dirige verso l’imboccatura del porto. E’ il momento di chiarire il compito di ciascun membro dell’equipaggio: preparare i cavi di ormeggio, mettere i parabordi, ritrovare il mezzomarinaio, ecc.

– I parabordi vanno appesi a sinistra e a dritta, nella parte più panciuta delle fiancate. Si regola la loro altezza in funzione del luogo dove si intende ormeggiare (catway, pontile, banchina).

– Un parabordo, detto “parabordo volante”, è lasciato di riserva. Un membro dell’equipaggio lo terrà in mano durante la manovra, pronto a metterlo nel punto dove ci sarà il rischio di toccare e rovinare lo scafo. Chi avrà il “parabordo volante” dovrà essere attento ed agile: si può urtare con la prua a dritta, e subito dopo con la poppa a sinistra!

– Si preparano le cime d’ormeggio, controllando che siano bene in chiaro.  Un piccolo cavo al centro della barca può rivelarsi molto utile su barche che hanno una galloccia a metà falchetta: può servire ad immobilizzare la barca contro un pontile o una banchina.

– Ritrovato il mezzomarinaio, tutti devono essere in grado di usarlo alla bisogna.

Ultime raccomandazioni

L’equipaggio deve essere pronto ad affrontare l’imprevisto. La manovra predisposta può all’ultimo momento rivelarsi inattuabile: invece di andare in banchina, bisogna forse dare improvvisamente fondo all’ancora, o prendere una boa, o addirittura andarsene per qualche imprevisto.

Il capobarca spiega in modo chiaro la manovra che ha in mente assegnando a ciascuno il proprio ruolo. Quando la manovra è stata preparata bene, il successo dipende in gran parte dalla buona comunicazione tra il capobarca e l’equipaggio.

Arrivati al posto assegnato

Si ormeggerà quasi sempre di poppa, almeno nei porti italiani. Il comandante avrà dato i diversi compiti a tutti i membri dell’equipaggio. La barca si avvicinerà alla banchina e a questo punto dovremo mettere in pratica la manovra decisa dal comandante. Questa potrà cambiare in base alle molte variabili: il vento, la presenza o meno di un operatore che possa aiutarci, la presenza di una trappa.

Prendiamo il caso più semplice e più frequente: c’è un operatore del porto e c’è una trappa. In questo caso ci avvicineremo lentamente ma decisi alla banchina (considerando il vento), arresteremo la barca a una distanza tale da prendere la trappa che l’operatore alzerà e la porteremo a prua per fissarla alla galloccia di prua.

Nel frattempo che la trappa viene portata a prua, il timoniere o un altro membro dell’equipaggio, avrà lanciato le cime di poppa all’operatore che ce le rilancerà dopo averle passate a doppino. Le due cime di poppa consentono di rimettere la marcia in avanti e allontanarci dalla banchina facendo bene attenzione che il testimone della trappa sia stato “abbandonato” sul fondo. Il rischio di agguantarlo con l’elica è alto.

Per ridurre il rischio di incagliare la cimetta della trappa nell’elica

Per evitarlo è sufficiente che il membro dell’equipaggio addetto alla trappa, una volta afferrata, la porti verso prua tirando nella giusta direzione, ovvero da prua verso poppa. In sostanza la trappa deve essere tirata come se volessimo allontanare la barca dalla banchina (queste è la sua funzione) , così facendo il testimone della trappa si troverà abbandonato sul fondo e non si “incontrerà” pericolosamente con l’elica.

Regolazione della giusta distanza dalla banchina

Le cime di poppa verranno all’inizio lasciate eccessivamente lunghe per poter recuperare la giusta trappa a prua, questa è un’operazione da fare a mano e quindi dobbiamo far di tutto per renderla meno faticosa possibile. Una volta fissata la trappa (o due se ci sono) con l’aiuto del motore a marcia indietro verranno recuperate posizionando la barca alla giusta distanza per la nostra passerella.

Possiamo scendere?

Adesso la barca e in sicurezza con la trappa ben tirata e le due cime di poppa a doppino. Ma non abbiamo finito. Dobbiamo collegare la presa di corrente e il tubo dell’acqua, sciacquare la barca e mettere tutto in ordine.  Solo dopo che il comandante avrà detto che le operazioni sono finite, l’equipaggio sarà libero di scendere.

L’etichetta di bordo, la buona educazione e le regole generali degli imbarchi richiedono questo comportamenti. Spesso la stanchezza della navigazione appena finita fanno pensare a qualcuno che una volta messa la barca in sicurezza si possa calare la passerella e schizzare subito a terra per andarsi a fare un aperitivo o una doccia prima del tempo. Queste regole vanno considerate tra le regole generali degli imbarchi sulla nostra imbarcazione.

(parte del testo è preso da ventoapparente.it)

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