Giunse anche Giorgio Amendola che proveniva da una nota famiglia borghese e suo padre era un ex ministro. Restò a Ponza come confinato dal 1933 al 1937.
Ecco l’arrivo di Giorgio a Ponza attraverso le parole scritte nel suo libro Un’isola: “…Le isole sfilavano, Procida, Ischia, Ventotene. dopo l’oscurità del carcere ritrovavo la luce, l’aria, il sole. Finalmente entrammo nel porto di Ponza, circondato dall’anfiteatro delle case bianche, lucenti di calce fresca. Ero arrivato. avrei passato nell’isola quattro anni, un periodo, tutto sommato, felice della mia vita.”
“Dopo un’attenta perquisizione salii dalla banchina sino alla sede della direzione della colonia. Passai attraverso una folla di curiosi. distinsi il volto di compagni conosciuti. L’arrivo del vaporetto era un’avvenimento, al quale molti cercavano di non mancare. Alla direzione mi fu consegnato il libretto del confinato. Lo dovevo portare sempre con me e presentarlo ai due appelli della giornata. Il direttore mi fece un breve pistolotto e mi consigliò prudenza e disciplina.”
Le case che circondano il porto di Ponza
La nave in arrivo al porto
(Foto Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
Ma veniamo a Germaine…
Giorgio incontrò Germaine Lecocq a Parigi ad un ballo popolare il 14 luglio 1931, giorno della festa nazionale.
“Fu un amore a prima vista, non una favola romanzesca, ma la base stessa della nostra vita. Sono passati 49 anni, io scrivo, lei dipinge, siamo invecchiati insieme, ma tutto è nato allora, in quella calda serata di festa popolare.”
Anche Germaine giunse a Ponza per vivere la storia d’amore con Giorgio e tante persone erano curiose di vederla.
“Al porto di Ponza c’era la folla delle grandi occasioni. Tutti confinati, militi ed agenti, carabinieri, molti ponzesi, volevano vedere la “parigina”. allora nella fantasia popolare sopravviveva il mito della parigina “libera ed elegante, che per cinque franchi ti fa veder le gambe”. Germaine aveva sofferto il mal di mare ed era scesa a terra bianca e tremante. La perquisizione fu appena accennata, per la comprensione della moglie del custode del carcere, incaricata, per le donne, di tale funzione. Finalmente la vedemmo iniziare la salita, dalla banchina al paese. Fu una grande delusione, niente parigina truccata e vistosa, una fanciulla fragile, che non dimostrava di avere ventiquattro anni. Ci abbracciammo, sotto gli occhi di tutti. Germaine reprimeva le lacrime. Ci fu un tentativo di applauso, poi la portai nella casa che avevo preparato.
La casa stava su una scalinata interna del paese. Due grandi stanze comunicanti. Una guardava verso il mare.”
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
Si sposarono civilmente il 10 luglio 1934 e la loro casa era sulla Dragonara.
Un amore indissolubile…Germaine morì poche ore dopo Giorgio straziata dal dolore per la perdita del suo compagno di una vita. Era giugno del 1980.
Giorgio e Germaine
(Immagine reperita in rete)
Nota:
Nel novembre del 1985 venne girata a Ponza una parte del film di Carlo Lizzani “Un’isola” sul confino politico di Giorgio Amendola.
Massimo Ghini interpretò Giorgio Amendola , Christiane Jean invece Germaine.