Croazia

CROAZIA
Agosto – Quindici giorni e 321 miglia percorse, partendo e tornando a Rodi Garganico, entrambe le traversate tutte a vela grazie al “buon vento” che ci ha assistito. Scirocco forte e impegnativo all’andata (tutta trinchetta), Maestrale moderato ma sufficiente a volare al ritorno. E poi le isole croate, decine di baie, scoprendone ogni giorno una più bella della precedente in un paesaggio da incanto. Dobrovnik e Curzola due gioielli veneziani che da soli valgono un viaggio. Eravamo stati a Dubrovnik nel 1982, prima della guerra quando era ancora Jugoslavia, poi l’avevamo vista pieni di angoscia in TV sotto i bombardamenti. Adesso passeggiando sopra le mura che percorrono e circondano tutta la città vecchia si vede la ricostruzione delle case in pietra e dei tetti con le tegole rosse. La pavimentazione lucida del corso e l’approdo del porto vecchio che inevitabilmente ti fanno pensare ai velieri della Serenissima che qui ormeggiavano sulla via della seta.
Navigando tra le isole, le baie e le taverne, l’atmosfera sembra non essere mai cambiata, un’atmosfera di semplicità, poco caciarona anche se, a dire il vero, una sera, ormeggiati nella baia di Prozura un bellissimo posto sulla costa nord di Mljet, c’è stata una festa del paese (con relativa partita di pallanuoto) con due “cantautori locali” che alle tre di note avrei volentieri preso a mazzate.
I croati scortesi? Macchè, abbiamo trovato sempre persone cortesi e gentili, solo una volta un ormeggiatore mi ha risposto a muso duro dopo che per quattro o cinque volte gli avevo chiesto in modo petulante di lasciarmi stare almeno un’ora nel molo privato che lui gestiva per aspettare mia moglie che era andata a fare la spesa. Sapevo di non dare fastidio e dovevo allungare il brodo per aspettarla (la cambusa era quasi esaurita) e quando mi ci metto, faccio spuntare le corna e la coda pure ai santi.
Navigare tra le isole è un’ottima esperienza velica, le baie sono infinite, tutte molto belle e si possono trovare tantissimi gavitelli per godere l’ormeggio in rada in piena sicurezza. Da tempo dico che sarebbe bello averne di più anche in Italia prendendo esempio da quello che secondo me funziona meglio, il parco delle Egadi. Se ci fossero più cambi boe ne guadagnerebbero le finanze locali dei parchi, la sicurezza degli ancoraggi in rada e sicuramente i fondali marini senza più ancore a grattare. Tornando alla Croazia, se non ci sono i gavitelli, allora serve tanta catena e due cime a terra. Se poi si arriva tardi e i posti vicino alla costa sono tutti occupati, allora bisogna mettersi alla ruota ma spesso il centro della baia ha fondali impegnativi anche per i nostri 75 metri di calibrata da 10. Quindi meglio non arrivare a fine giornata, soprattutto in Agosto o quando si annunciano nottate ventose.
Questi quindici giorni di spostamenti continui, ormeggiando ogni notte in una rada diversa sono stati troppo frenetici, è un modo di viaggiare navigando che non ci appartiene. Ma era la nostra prima volta in Croazia ed ha prevalso la voglia di avere una “visione di insieme”.
Torneremo a metà settembre per navigare ancora in queste acque a “modo nostro”, con le giuste pause di riflessione e la capacità di assaporare il tutto: il mare, i paesi, la gente.
Dopo Lastovo, Mljet, Korkula sarà la volta di Vis, Hvar, Spalato e infine le bellissime cascate di Roski nel parco di Krka. Si riparte il 12 settembre.

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