Il tender rischia di volare via
Il Circolo Nautico di Olbia è un buon punto di approdo per fare tappa, approfittare per le piccole riparazioni e stare in pieno centro città. L’ormeggio costa 70,00 euro a notte, è più economico del Marina di Olbia anche se ancora più economico sarebbe stare al transito del molo Brin chiedendo alla capitaneria, ma la banchina è alta due metri e non ci sono i servizi. Al Circolo Nautico c’è la classica atmosfera dei circoli, le persone sono quasi tutte di Olbia e ci sono barche a vela molto belle e curate. Si respira una bella aria. Gli ormeggiatori Francesco e Tiziano, quest’ultimo papà da quattro giorni, sono gentilissimi. Unico neo di questo marina, oltre al burbero velaio, è che bisogna lasciare 200,00 euro in contanti come deposito per la chiave di un cancello arrugginito. E’ domenica 28 giugno e oggi si riparte.
Facciamo rifornimento al Marina di Olbia dalla parte opposta del canale. Carico 97 litri per 35 ore di motore. Procediamo lentamente per tutto il canale, le previsioni dicono che avremo un vento SE, quindi punto diritto verso Capo Figari, cerco l’angolo giusto per aprire le vele. Spengo finalmente il motore e filiamo lisci verso l’Isola di Mortorio con un leggero vento da SE.
Diamo fondo all’ancora davanti alla spiaggia verso Sud, affollatissima di gente.
Pranziamo in questa bellissima cornice sentendoci parte di questo quadro, anche se la cala è affollatissima di “umanità varia”, gommoni e moto d’acqua. Le barche a motore passano vicino senza attenzione, non voglio fare il solito snob velista ma ci vorrebbe poco per condividere questo splendore di mare con più educazione civica e marinara. Ma per non fare il velista snob ho rischiato di fare il velista fesso, il nodo frettoloso e “momentaneo” che avevo fatto per legare il tender si scioglie e non me ne accorgo, sono in piena estasi da pisolo pomeridiano. Ho sempre predicato che in barca non esistono nodi provvisori. Una coppia di francesi, che ha visto il mio tender arrivare verso la loro barca mentre andava alla deriva, me lo riporta. Li ringrazio e regalo una bottiglia di vino.

Mi vergogno di me stesso, soprattutto perchè quelli erano francesi, avevo solo “appoggiato” la cima con un paio di giri, come si vede nei film western quando il pistolero lega il cavallo fuori dal saloon, perché lo avrei dovuto “subito” dopo spostare e legare in un altro punto. Invece quel “subito” è stato interrotto da qualcos’altro che mi ha distratto e …. il tender stava per andare via. Bella figura di merda.
Stanotte avremo 35 nodi di maestrale, è il vento che aspettavamo per scendere verso Sud. Adesso però dobbiamo trovarci un bel riparo per dormire tranquilli. Alle 18:30 tiriamo su l’ancora e andiamo a dare fondo a Cala Volpe.
Cala Volpe è un ottimo riparo, uno dei tanti in una zona piena di baie adatte per la sosta notturna, buone per i venti di quasi tutti i quadranti. Quando in rada c’è tanto vento è necessario dare molta catena, ma qui il fondale è basso e in queste situazioni si perde elasticità.
Cala Volpe mi ricorda anche il pranzo con il conto più salato mai pagato in vita mia. Eravamo in vacanza ospiti sulla barca molto bella di alcuni nostri amici, erano stati così gentili che cercavo occasioni per contraccambiare. Un giorno capitammo al residence di Cala Volpe mentre cercavamo un posto adeguato per organizzare un evento. Si era fatta l’ora di pranzo e mi venne la malaugurata idea di invitare tutti per un “lunch break” al ristorante del residence. Non lo avessi mai fatto, il conto non me lo scorderò per tutta la vita come il peggiore rapporto tra quantità (facemmo solo uno spuntino) e il prezzo, altissimo. La qualità però era ottima!
E’ appena passata la prima settimana in mare e già sento la trasformazione in atto, te ne accorgi dai piedi. I piedi di quando stai in città, con le scarpe e i calzini, sono bianchi, slavati. Quando stai in barca si rafforzano le piante e i piedi prendono un altro colore… Ma la trasformazione sta soprattutto nello svuotare la testa, nella capacità di essere scollegato dal mondo (tranne che dai miei “amori”), sta nel vivere in sintonia con il mare, il vento e nella percezione di tutto quello che ci circonda. E’ come se i sensi si sviluppassero oltre misura.
Unico problema è un forte dolore alla spalla sinistra, sto mettendo creme e prendendo antinfiammatori ma non passa. Le nuotate sono sempre più brevi e meno vigorose, devo muovermi a rana. Probabilmente il problema si è creato durante la traversata e la notte burrascosa. Speriamo che passi.
Comunque stasera a Cala Volpe, ben ridossati, ci siamo gustati un fantastico aperitivo a prua, in attesa che stanotte arrivi il vento da NW. Quel vento che aspettavo e che mi aiuterà a scendere verso Sud con i compagni di viaggio di questa tappa, Gianni e Daria. Dopo la bella cenetta a base di orecchiette, acciughe e capperi, abbiamo concluso con Lucio Battisti e “Io vorrei….non vorrei…ma se vuoi”.…

Pietro

Pietro

 

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